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lunedì 6 novembre 2017

COMMENTO: FEDOR DOSTOEWSKIJ - L'IDIOTA


Sinossi:

Pubblicato nel 1868, è la storia della sconfitta di un uomo "assolutamente buono", il principe Myskin. Un romanzo intricatissimo di avvenimenti, pieno

di affetti opposti e di opposti sentimenti morali che dominano tutta l'opera entro cui si agitano bene e male, odio e amore.

 

Commento:

Questa è ben lungi dal voler essere una recensione, visto che stiamo parlando di un classico della letteratura russa di notevole complessità ed imponenza al quale sono stati dedicati studi molto approfonditi che ne forniscono interpretazioni contrastanti.

Il mio è il semplice commento di una lettrice. Chiarito questo punto, dirò che, come molti classici russi e come molte opere di Dostoewskij, non si tratta di una lettura facile, anzi in più punti viene a dirittura la tentazione di desistere, ma l’interesse per la figura di Miskin e la curiosità di conoscere la fine della storia prevale sempre.

Si tratta, in estrema sintesi, della storia del giovane principe Lev Nicolaevic Miskin, tornato in Russia dopo alcuni anni di cura in una clinica svizzera. Il principe, infatti, è affetto dal “Mal caduco”, ossia dall’epilessia. Questi fa da subito la conoscenza di svariati personaggi che ci accompagneranno per tutto il romanzo, ma i primi con cui viene a contatto saranno quelli che avranno un ruolo più rilevante nelle vicende che lo riguarderanno, come se l’autore avesse voluto presentarceli da subito per rendere chiara la loro importanza. Conosciamo così Robozin, arrogante, presuntuoso e un po’ rozzo, Lebedev, infido e gran tessitore di piani a discapito del prossimo e per proprio tornaconto personale, e gli Epancin, famiglia variegata e già di per sé interessante. E poi c’è la dannatamente bella Nastasia Filipovna, vera regista di questa fitta trama di avvenimenti.

La scena si svolge tra la città di Pietroburgo e la cittadina di vacanza Pablosc, in un tempo approssimativo di un anno. Un anno ricco di eventi per il nostro principe che tutti considerano un idiota, un sempliciotto, uno stupido, un bambino. In pochi riusciranno a comprendere che, invece, egli è molto intelligente e riesce a capire le persone molto meglio di tanti altri. Solo che è troppo, assolutamente, irrimediabilmente buono e lascia che tutti si approfittino di lui; inoltre egli è certamente ingenuo poiché spesso, preso dalla volontà di agire per il meglio e di favorire gli altri, non tiene conto di come i suoi comportamenti possano essere interpretati dagli altri e che talvolta qualcuno potrebbe rimanerne ferito. Tutta la storia ruota intorno a questo, con chiarimenti e stravolgimenti fino ad un epilogo inaspettato e di certo insperato.

Ripeto, si tratta di una lettura non facile, ma di certo interessante, che permette di riflettere sulla natura umana e sui rapporti interpersonali: vi sono, infatti,  alcune frasi, alcuni comportamenti, alcune riflessioni su cui vale la pena di soffermarsi a riflettere. Nonostante la difficoltà, quindi, non posso non consigliare la lettura di questo classico.

 

Opera recensita: “L’idiota” di Fedor Dostoewskij

Editore: prima ed. originale 1868

Genere: romanzo, letteratura russa

Ambientazione: Russia, metà dell’Ottocento

Pagine: 610 (ed. Einaudi 2005)

Prezzo: 14,50 €

Consigliato: sì.

 

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