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mercoledì 15 novembre 2017

RECENSIONE: JEFFREY EUGENIDES - LE VERGINI SUICIDE


Sinossi:

Un narratore "collettivo", voce di un gruppo di coetanei maschi, rievoca a vent'anni di distanza la vicenda delle cinque sorelle Lisbon, oggetto proibito

della loro adolescenza, avvolte in un'aura di mistero che la tragica fine comune - si sono tutte tolte la vita nel breve spazio di un anno - ha fissato

per sempre. Nella memoria di questi antichi, tenacissimi spasimanti, esse divengono il simbolo di una possibilità remota e perduta: l'irruzione di un fremito

ignoto nel mondo tranquillo, ordinario, opprimente dell'America suburbana degli anni Settanta. Il libro segna l'esordio folgorante di uno scrittore poco

più che trentenne, ma già padrone di uno stile e di un universo letterario affatto personali.

 

Commento:

Cosa spinge cinque sorelle, cinque ragazze belle ed ammirate a togliersi la vita in appena un anno di tempo? E’ questo l’interrogativo che si pone questo libro ed è questo che si chiede il narratore, un portavoce del gruppo di ammiratori delle sorelle Lisbon, a distanza di anni. Per trovare una risposta alle domande che ancora attanagliano la mente di chi quella vicenda se la vide passare davanti agli occhi giorno per giorno, i ragazzi ormai adulti ripercorrono l’accaduto cominciando dal giorno in cui la tredicenne Cecilia si tagliò le vene nella vasca da bagno. Cecilia non morì, ma si dice che chi tenta il suicidio una volta prima o poi ci riproverà… e infatti, appena due settimane dopo Cecilia morirà. Qualcuno insinua che probabilmente il gesto è stato indotto dal guinzaglio troppo corto tenuto dalla madre, dall’impossibilità per le ragazze di svagarsi e di soddisfare le loro esigenze di adolescenti, perciò da quel momento la vita delle sorelle subisce un’impennata di mondanità (nei limiti che impone un padre insegnante alla scuola delle figlie e una madre iper religiosa dal pugno di ferro), ma ben presto, complice una bravata di una delle sorelle, tutto precipita irrimediabilmente. Il declino inesorabile della vita delle sorelle Lisbon ci viene raccontato, con angoscia crescente, dal nostro ragazzo-corteggiatore-narratore: un racconto dettagliato, lucido ed insieme appassionato di una gioventù passata ad osservare il frutto proibito, le cinque bellissime ragazze così inaccessibili e diverse dalle altre e perciò tanto desiderate e desiderabili. Ma loro sapevano davvero di essere tanto desiderate? E quanto questo ha influito nel loro piano suicida? E che cosa, in definitiva, ha provocato questo gesto? L’oppressione dell’ambiente familiare tetro, respingente, intriso della rigidità della madre e dell’inadeguatezza del padre? Il rifiuto irrazionale di accettare il mondo così come ci viene tramandato? L’egocentrismo tipico dell’adolescenza? Il male di vivere… cosa? Probabilmente non lo sapremo mai, probabilmente sono tutte queste cose messe insieme… il libro ci lascia, però, un ampio margine di riflessione su questa questione infondo non tanto peculiare e non tanto lontana da noi.

Una lettura certamente non leggera, ma interessante e coinvolgente proprio per l’evoluzione che descrive nella vita delle ragazze, per l’attaccamento quasi morboso dimostrato dai ragazzi, per i tanti spunti che questa storia ci dà permettendoci di traslarla nelle vicende che accadono ai giorni nostri. Libro altamente consigliato, così come consiglio il film che Sofia Coppola ha tratto da questo libro… molto fedele ed altrettanto sconvolgente.

 

 

 

Opera recensita: “Le vergini suicide” di Jeffrey Eugenides

Editore: Mondadori, prima ed. 1993

Genere: narrativa americana

Ambientazione: America, anni 70

Pagine: 224 (ed. 2008)

Prezzo: 10,00 € (ed. 2008)

Consigliato: sì.

Consigli correlati: film "Il giardino delle vergini suicide" di Sofia Coppola. 

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