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venerdì 23 marzo 2018

RECENSIONE: YEONSEO LEE, DAVID JOHN - LA RAGAZZA DAI SETTE NOMI. LA MIA FUGA DALLA COREA DEL NORD


Sinossi:

Come tutti i bambini cresciuti nella Corea del Nord anche Hyeonseo Lee pensa, che il suo paese sia "il migliore del mondo". È una "brava comunista", studia

le gesta leggendarie del Caro Leader Kim Il-sung, partecipa alle coreografie di massa organizzate dal Partito e crede che la Corea del Sud, l'acerrimo

nemico, sia un paese poverissimo, pieno di senza-tetto, dove la gente muore per le strade e gli odiati yankee si divertono a prendere a calci bambini e

disabili. Per lei, proveniente da una famiglia della classe media "leale" nei confronti del regime, le cose cambiano all'improvviso quando, nel 1994, la

Corea del Nord viene sconvolta da una terribile carestia. È allora, nel vedere molti suoi connazionali morire di fame o sopravvivere a stento cibandosi

di erba, insetti e corteccia d'albero, che Hyeonseo, appena diciassettenne, comincia a interrogarsi sulla reale natura del proprio paese e a dubitare delle

verità confezionate dalla propaganda. Ed è allora che si accorge che al di là del confine, in Cina, poco lontano dalla sua casa di Hyesan, le luci non

si spengono mai. E che forse, dall'altra parte del fiume ghiacciato, un'altra vita è possibile. Comincia così la storia di una rocambolesca fuga da una

dittatura spietata e corrotta, una fuga che la porterà dapprima a vivere da illegale nella Cina del tumultuoso sviluppo economico, e in seguito a Seul,

la capitale del Sud, dove riuscirà a condurre la sua famiglia dopo un avventuroso viaggio di oltre duemila chilometri attraverso il Sudest asiatico.

 

Commento:

Yeonseo è una ragazza nord-coreana nata e cresciuta sotto il regime della dinastia Kim, un regime totalitario e totalizzante basato sulla venerazione spasmodica dei suoi governanti, sulla lealtà al regime – con tanto di autocritica e denuncia dei propri vicini alla polizia segreta -, sulla propaganda pro governo e sulla denigrazione del resto del mondo. Quando, però, nel 1994 le cose cambiano e il benessere è sostituito dalla carestia, la giovane Yeonseo comincia a sentire l’esigenza di vedere altri posti, di andare al di là del fiume. Non sa ancora che, una volta attraversato, quel confine diventerà per lei invalicabile impedendole di tornare a casa e costringendola ad una vita di fughe, diffidenza, continui cambi di identità. Yeonseo, infatti, è solo l’ultimo dei suoi sette nomi, l’unico che si è scelta una volta giunta in Corea del Sud, il Paese che forse potrà darle un’opportunità di vivere la sua vita liberamente. Questa è la storia di una vita in viaggio, cominciata con i trasferimenti di città in città all’interno della Corea che Yeonseo e la sua famiglia era costretta a fare per seguire il padre nel suo lavoro di ufficiale, proseguita con il viaggio nel mondo e dentro di sé che la ragazza intraprende una volta fuggita da casa e che la porterà in luoghi che non avrebbe mai immaginato. Il calvario e il suo viaggio continua quando Yeonseo cerca di ricongiungersi con la sua famiglia e di portarla a Seul e, l’ultima tappa più felice, è quella che la ragazza fa ogni volta che è invitata all’estero per raccontare la sua storia di transfuga, una storia di un popolo che ha patito e patisce le più grandi umiliazioni, la cui mente e la cui cultura è stata plasmata da un regime oscurantista e terribile.

Questa storia è racchiusa in un libro e raccontata a noi dalla sua viva voce in una testimonianza preziosa che ci impedisce di dimenticare, di girarci dall’altra parte e che ancora una volta colpisce e lascia increduli davanti all’abiezione umana. Lettura consigliata, ovviamente, anche se a livello emotivo mi ha coinvolto meno di quanto mi aspettassi.

 

Opera recensita: “La ragazza dai sette nomi. La mia fuga dalla Corea del Nord” di Yeonseo Lee e David John

Editore: Mondadori, 2015

Genere: autobiografia

Ambientazione: Corea-Cina

Pagine: 350

Prezzo: 20,00 €

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

 

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