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mercoledì 2 maggio 2018

RECENSIONE: GIUSEPPE TOMASI DI LAMPEDUSA - IL GATTOPARDO


Sinossi:

Premio Strega 1959. Don Fabrizio, principe di Salina, all'arrivo dei Garibaldini, sente inevitaile il declino e la rovina della sua classe. Approva il

matrimonio del nipote Tancredi, senza più risorse economiche, con la figlia, che porta con sé una ricca dote, di Calogero Sedara, un astuto borghese. Don

Fabrizio rifiuta però il seggio al Senato che gli viene offerto, ormai disincantato e pessimista sulla possibile sopravvivenza di una civiltà in decadenza

e propone al suo posto proprio il borghese Calogero Sedara.

 

Commento:

Sicilia. Basta anche solo pronunciare il nome di questa terra per evocare luce, calore, passionalità, profumi e sapori inebrianti, ma anche contraddizioni e misteri. “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa trabocca di tutto questo e molto di più. Ambientato nella Sicilia del 1860, narra l’empasse storica scaturita dalla cacciata dei Borboni mediante un plebiscito, e lo fa attraverso gli occhi nobili ma intelligenti e consapevoli di Don Fabbrizio Falconeri, principe di Salina.

Apparentemente è proprio lui, con le sue vicende familiari, il protagonista di questa storia; in realtà, però, la vera protagonista è la Sicilia e con lei la sua gente e la gente di tutto il Sud, di allora e di ora, impegnata a profondersi in dimostrazioni di magnificenza, buone creanze ed impeti rivoluzionari che nascondono una ferrea volontà di impedire il cambiamento e di auto conservarsi nell’orgoglio di una ricchezza finta e di convinzioni effimere. Don Fabbrizio vede tutto questo, lo comprende e ne viene sopraffatto perché, al contrario di chi viene da fuori con l’illusione del cambiamento, lui sa che la Sicilia e i siciliani non vogliono cambiare: “tutto cambia perché tutto resti com’è” è una delle sue frasi più celebri che ben sintetizza questo pensiero. Un classico, questo, che con stile anticuato e linguaggio barocco tratta tematiche di estrema attualità: l’incertezza per il futuro, una classe politica dalla quale non si sa cosa aspettarsi, l’estrema lotta di alcuni per mantenere certi status e di altri per guadagnarseli con astuzia e ambizione. Sono temi che ritrovavamo nel 1860, negli anni 50 del Novecento quando questo libro fu pubblicato ed anche oggi, a dimostrazione estrema del principio espresso da Don Fabbrizio: tutto cambia affinché tutto resti com’è. “Il Gattopardo”, nonostante i temi interessanti, non è una lettura facile: personalmente l’ho trovato alquanto ostico, soprattutto nella parte iniziale, ed ho ancora la sensazione forte di non averlo compreso fino infondo. Tuttavia è evidente che si tratta di un classico della letteratura italiana la cui importanza è pari all’attualità dei suoi contenuti, pertanto non posso che consigliarne la lettura.

 

 

Opera recensita: “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Editore: Feltrinelli, prima ed. 1959

Genere: letteratura italiana

Ambientazione: Sicilia

Pagine: 300

Prezzo: 25,00 € (Ed. Feltrinelli 2002)

Consigliato: sì

Voto personale: 8.

 

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